martedì, marzo 10, 2015

METRO' A CASCINE VICA SI FARA' (FORSE).

Il progetto c'è, i primi finanziamenti anche. Poi si vedrà.
La metropolitana da Fermi a Cascine Vica è cosa fatta. Quasi fatta. Forse fatta. Forse. E' quanto è emerso giovedì scorso dalla commissione lavori pubblici di Collegno. In realtà più che di una commissione si è trattato della solita passerella del circo Barnum del Pd di Collegno e dintorni, onorevole Bragantini compresa. Una presenza inattesa la sua. Stupidamente noi soliti moralisti pensavamo che l'essere indagata per la gestione della circoscrizione 5 di Torino fosse motivo sufficiente a tenersi per un po' in disparte in attesa delle conclusioni della magistratura.
In mezzo a un diluvio di chiacchiere, complimenti reciproci e applausi a scena aperta bisogna dir grazie agli interventi del progettista e dell'on. D'Ottavio se siamo riusciti a capire qualcosa di come e se sarà costruita la metropolitana fino a Cascine Vica.
Va detto subito che, rispetto al progetto che ci era stato presentato l'anno scorso, sono state apportate modifiche migliorative importanti. L'idea di scavare tutta la tratta in superficie è stata abbandonata. Si scaverà a cielo aperto solo nel tratto di via De Amicis fino all'angolo di corso Pastrengo, da lì in poi a foro cieco, cioè in sotterranea, cosa che comporterà tutta una serie di vantaggi. Intanto si spera in meno disagi in fase di costruzione (polveri, rumore, viabilità, ecc.) e poi in fase di utilizzo si potrà accedere alla metropolitana da entrambi i lati del Corso Francia e il sottopasso potrà essere utilizzato anche solo per attraversare corso Francia. Chi volesse saperne di più clicchi qui.
Per quanto riguarda il tracciato il prolungamento da Fermi a Cascine Vica la linea correrà lungo via De Amicis fino alla rotonda, qui piegherà a sinistra, passando proprio davanti all'ingresso del parco Dalla Chiesa di via Torino, qui tra via Torino e la ferrovia ci sarà la prima fermata - Certosa - l'unica ad avere l'atrio di accesso a livello stradale (Vedi foto in alto).Si prosegue sotto la ferrovia e si sbuca in via Risorgimento lungo la quale si arriverà ad incrociare corso Francia. Qui si farà la fermata Collegno Centro. Il tracciato prosegue fino a Cascine Vica con l'ultima fermata all'altezza del Bonadies con il parcheggio sotterraneo da 350 posti auto. All'altezza di via Condove sarà realizzata la stazione Leumann. Chi volesse saperne di più sul tracciato e sulle stazioni clicchi qui. I tempi di realizzazione sono quantificati in tre o quattro anni.
Tutto bene, tutto a posto? A ridimensionare un po' l'ottimismo dilagante che vuole il prolungamento del metrò già cosa fatta, ci ha pensato l'on. Umberto D'Ottavio che si è assunto il compito di chiarire gli aspetti finanziari tutt'altro che certi dell'opera.
Intanto ha precisato due aspetti: uno che se il prolungamento si realizzerà come tutti auspicano e ciò non costerà nulla ai comuni, il merito è tutto del senatore Esposito. E' stato lui che nello Sblocca Italia ha "sfilato" l'opera dall'elenco di quelle solo parzialmente finanziate dallo Stato e l'ha inserita nell'elenco di quelle a totale carico dello Stato. Il gioco di prestigio rappresenta per Collegno un risparmio secco di 20/23 milioni di euro! A tanto sarebbe ammontata la sua quota parte stando alla situazione precedente. Per una volta il tanto vituperato Esposito merita un bravo. Ma lo Slocca Italia mette a disposizione solo 100 dei 304 milioni del costo previsto dell'opera. Perciò il secondo aspetto è che i finanziamenti per il completamento dell'opera al momento sono tutti da conquistare. D'Ottavio non ha mancato di sottolineare il fatto che tutti i parlamentari torinesi e dintorni compresi Castelli e Della Valle del M5S sono mobilitati a favore del raggiungimento dell'obiettivo.
I 100 milioni vanno spesi entro il 2015 e non è pensabile che i cantieri inizino prima del 2016, perciò saranno utilizzati 10 milioni per la progettazione della linea 2 e il resto per l'acquisto dei treni. Per poter aprire davvero i cantieri occorre "conquistare" nuovi finanziamenti a partire dalla prossima legge di stabilità e via via per quelle successive. Dunque forse è il caso di ricordare il detto "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco", ma allo stesso tempo bisogna essere tutti obbligatoriamente ottimisti circa il risultato finale.
Giovanni Lava